Auguri di Santo Natale

Archeologi del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, Campo dei Pastori di Beit Sahour, Palestina, 2023

 

Care Amiche, cari Amici,

l’immagine che ho scelto quest’anno per i miei auguri di Natale non è tradizionale e spiego perché.
Il 6 ottobre 2023 gli archeologi e ricercatori del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana hanno concluso la seconda campagna di scavo nella città palestinese di Beit Sahour, a tre chilometri da Betlemme, presso il cosiddetto Campo dei Pastori, cioè il luogo dove questi erano accampati la notte del primo Natale.
Il giorno dopo, il 7 ottobre, avevano programmato di cominciare a diffondere i dati raccolti sugli scavi del monastero bizantino del IV-V secolo, i cui resti sono riemersi al di sotto di un moderno santuario, e che, a sua volta, sussiste su un sistema di grotte e gallerie preesistenti, ma la violenta offensiva di Hamas li ha bloccati, scatenando una guerra che ancora angoscia il mondo. Questo episodio ha mosso in me alcune riflessioni.
Anzitutto mi è apparsa rafforzata la convinzione che la promozione della cultura, in particolare, quella artistica,
soprattutto in territori come questo, non ha solo uno scopo scientifico, ma svolge un ruolo sociale decisivo e serve a contrastarne la povertà e la violenza.
Frate Simone Schiavone, archeologo e co-responsabile del progetto e dello scavo insieme con il prof. Gabriele Castiglia, spiega che la missione archeologica si è riproposto anche il: “rilancio umano, sociale ed economico della realtà palestinese circostante, aiutando le realtà locali attraverso il potenziamento di nuovi percorsi di pellegrinaggio e tramite lo sviluppo di competenze tecnico-scientifiche da applicare in situ”.
In territori drammaticamente segnati da conflitti, appare evidente come l’archeologia sia utile per dare una risposta non divisiva, ma solidale, ai bisogni delle persone, come dice sempre Frate Simone: “in queste terre l’archeologia è maggiormente mezzo. Un ponte per costruire il dialogo tra arabi e israeliani, tra cristiani e musulmani. Per osare la pace.”  Infatti, allo scavo hanno partecipato anche studenti e studentesse arabe dell’Università di Betlehem che non hanno i soldi per avviare una ricerca in autonomia e, dunque, non possono sperare di crescere in questa dimensione professionale.
L’ultima riflessione è legata a coloro che hanno dato il nome a questo sito, i pastori: nomadi, emarginati, che non posseggono neppure il gregge che pascolano. Ma sono quelli a cui Dio sceglie di manifestarsi. Da questo accampamento hanno visto la stella che ne ha fatto testimoni primi e privilegiati dell’evento più sconvolgente della storia dell’umanità.

Il Natale è alle porte. Osiamo la pace!

Clara Rech
Presidente ANISA
Per L’Educazione all’arte – APS