ANISA, Associazione Nazionale degli Insegnanti di Storia dell’Arte, in merito al DDL S. 497 –Delega al Governo per l’istituzione del Liceo del Made in Italy esprime le seguenti valutazioni:
- La denominazione suscita alcune perplessità e diversi fraintendimenti, adottando una dicitura spesso abusata che rischia di trasmettere un messaggio “commerciale” che non corrisponde al valore intrinseco della creatività espressa dalla grande tradizione manifatturiera, dal design, dalla produzione industriale in cui l’Italia ha saputo raggiungere livelli di assoluta eccellenza.
- Il nuovo indirizzo meriterebbe una caratterizzazione più definita e un’identità che scongiuri possibili sovrapposizioni con indirizzi già presenti nel sistema scolastico.
- Il curricolo del nuovo liceo propone la presenza di una grande pluralità di discipline afferenti a tutte le aree del sapere, con un accento particolare su quelle dei rami economico-giuridico, scientifico, umanistico che punta anche all’internazionalizzazione. L’intento, se pur lodevole, appare poco praticabile in una logica tradizionale di riproposizione di discipline con assegnazione di un monte ore annuale, il cui risultato è che tale monte ore è insufficiente ad una trattazione organica di ciascuna di esse. Sarebbe stato auspicabile pensare ad una vera trasversalità disciplinare inserendo discipline strutturate quali, ad esempio, “Economia dei beni culturali” “Storia artistico-geografica del territorio”.
- Nel tentativo di mettere a sistema le eccellenze Italiane, il DDL riconosce testualmente che “Occorre puntare su studi quali la storia dell’arte, base della coscienza del nostro passato artistico” riservando tuttavia a questa disciplina soltanto 33 ore annuali, vale a dire una sola ora settimanale, monte ore che non assicura efficacia né dignità a nessun insegnamento e che, infatti, è inferiore a tutte le altre discipline dell’indirizzo, con l’eccezione dell’insegnamento opzionale della Religione cattolica configurato, già ora in questo modo negli altri licei.
In nessun altro indirizzo di studi si prevede una presenza della storia dell’arte inferiore alle 66 ore annuali, vale a dire 2 ore a settimana, monte ore minimo per un insegnamento articolato tra attività teoriche e laboratoriali, nonché ritenuto caratterizzante per il nuovo liceo.
Per sua vocazione epistemologica, la storia dell’arte racchiude in sé lo studio della storia, della geografia, della cultura in generale di ogni contesto e di ogni epoca (letteraria, scientifica, filosofica, religiosa, musicale, economica…). L’arte rappresenta uno strumento indispensabile allo sviluppo della sensibilità e della identità della persona, di cui sollecita la consapevolezza sociale e civile, alimentando l’esercizio di una cittadinanza attiva e consapevole.
Il nuovo indirizzo liceale potrebbe fruttuosamente ruotare intorno alla storia dell’arte per agganciare rimandi ad ogni altra area del sapere, divenendo fonte di ispirazione per la creatività ma anche per la comprensione dei processi di sostenibilità sociale e ambientale, nonché di un patrimonio di valori e di riferimenti che costituiscono – nel loro insieme – il senso stesso che sostanzia il concetto di “made in Italy”. La conoscenza del nostro patrimonio costituisce un insostituibile prerequisito per promuovere la qualità del fare e del pensare, ma anche per favorire il dialogo tra le culture, in una visione dell’identità che è premessa per il riconoscimento della pluralità e della democrazia.
Ricordiamo che l’espressione artistica in tutte le sue forme (fino a fotografia, cinema) è ciò che più di ogni altra qualifica la creatività italiana, come indicato da Adolfo Venturi “Noi non abbiamo pensato alla necessità prima: educare! Si è creduto che il sentimento dell’arte così naturale nel bel paese che ogni sforzo per dirigere e affinare quel sentimento è sembrato vano. L’arte è un linguaggio che l’Italia crede di comprendere senza la conoscenza del suo dizionario, anzi del suo alfabeto” (A. Venturi, Per l’arte italiana, in “Nuova Antologia”, 16 dicembre 1899, 672, pp.715-716). E ribadito da Giulio Carlo Argan “(…) non può farsi la storia d’Italia senza fare la storia dell’arte italiana: Leonardo o Michelangelo non sono stati storicamente meno importanti (forse più) dei papi e dei principi per i quali hanno lavorato. (G.C. Argan, L’Arte Moderna, gennaio 1988).
ANISA chiede pertanto che, con riferimento all’attuale disegno di legge (art. 3), sia elevata a 892 ore la previsione dell’orario annuale degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti nel primo biennio, assegnando alla Storia dell’arte 66 ore annuali e che sia prevista una presenza adeguata, e comunque non inferiore alle 66 ore annuali, alla disciplina Storia dell’arte.
La Presidente
Prof.ssa Clara Rech
ANISA Associazione Nazionale Insegnanti Storia dell’arte – APS